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Riders e piattaforme digitali: le indicazioni del Ministero del Lavoro

Riders e piattaforme digitali: le indicazioni del Ministero del Lavoro

Con la circolare n. 9/25 la ricognizione sulla classificazione e le tutele da riconoscere ai ciclo-fattorini

Dal Ministero del Lavoro fornite le indicazioni per un’utile ricognizione sulle attività dei cosiddetti “riders” che operano attraverso le piattaforme digitali. A comunicarlo, lo stesso Ministero con la circolare n. 9/2025 diffusa lo scorso 18 aprile. Il documento di indirizzo interviene sul delicato tema della classificazione e delle tutele da riconoscere ai ciclo-fattorini e mira, pur nel rispetto della disciplina interna (art. 2 e Capo V-bis del D.Lgs. n. 81/2015), a offrire orientamenti operativi in attesa del recepimento della Direttiva (UE) 2024/2831, adottata il 24 ottobre 2024 e destinata a entrare in vigore entro il 2 dicembre 2026. La circolare ministeriale riconosce la complessità del fenomeno e la varietà delle modalità con cui può essere resa la prestazione lavorativa nel settore delle consegne digitali. Da qui l’invito del Dicastero di via Veneto a non adottare soluzioni univoche, né forzature classificatorie, ma a garantire in ogni caso un contenuto adeguato di tutele, a prescindere dalla forma contrattuale adottata. La Direttiva europea impone agli Stati membri di assicurare una corretta qualificazione della posizione lavorativa dei rider, anche attraverso una presunzione legale (seppur relativa) di subordinazione nei procedimenti amministrativi e giudiziari, qualora emergano elementi tipici del lavoro subordinato. Il principio guida è quello del “primato dei fatti”: contano le reali modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, più che la qualificazione formale attribuita dalle parti. Nel frattempo, il Ministero richiama l’attenzione sull’articolata disciplina nazionale già esistente e invita gli operatori del settore – incluse le piattaforme e gli enti ispettivi – a considerare attentamente le specificità di ogni caso concreto.

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